Pedalando per le piste ciclabili di Roma – il Vlog di Cristina Galardini
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Dove eravamo rimasti? lasciamo l’elegante Piazza di Spagna per scoprire insieme il monumento più visitato di Roma. Con quasi 9 milioni di visitatori da tutto il mondo il Pantheon il tempio voluto da Augusto e restaurato da Adriano attrae folle di appassionati.
Prima si giocava il trono di spade della cultura capitolina con il Colosseo ora l’impennata fa la differenza con la casa dei gladiatori. Consacrato al culto di tutti gli Dei il Pantheon fu costruito dall’imperatore Adriano tra il 118 e 125 D.C trasformando un tempio più antico realizzato dal generale Agrippa in onore di Augusto tra il 27 e il 25 A.C. ma mantenendone l’iscrizione dedicatoria originaria.
La tradizionale facciata a colonne sormontata da un frontone nasconde un ampio corpo cilindrico coperto da una straordinaria cupola. La più grande mai realizzata in muratura. L’eccezionale diametro di più di 43 metri corrisponde esattamente all’altezza da terra della sommità riproponendo idealmente una sfera perfetta con riferimento chiaramente simbolico alla sfera celeste.
La particolarità di questa cupola che con i suoi 43,30 metri di diametro più grande di quella della Basilica di San Pietro sta nel fatto che venne costruita in calcestruzzo man mano che si sale i rosoni che la compongono diventano più piccoli e realizzati in materiali sempre più leggeri per poi terminare con un vistoso buco.
La sommità della cupola del Pantheon venne lasciata aperta per due ragioni: una tecnica, e una religiosa, il buco serviva ad alleggerire il peso dell’enorme struttura ma rappresentava anche l’occhio con cui le divinità potevano vegliare sugli esseri umani.
Secondo quanto si racconta quando piove l’acqua non entra nel Pantheon nonostante l’occhio della cupola sarà vero?
A pochi passi a travolgenti zig zag tra la gente arriviamo in un’altra celebre piazza monumentale di Roma. Piazza Navona è un simbolo della Roma barocca, con elementi architettonici e scultorei di Gian Lorenzo Bernini (la Fontana dei Quattro Fiumi al centro della piazza, che rappresenta il Danubio, il Gange, il Nilo ed il Rio della Plata, i quattro angoli della Terra), Francesco Borromini e Girolamo Rainaldi (la chiesa di Sant’Agnese in Agone, davanti alla fontana del Bernini) e Pietro da Cortona (autore degli affreschi della galleria di Palazzo Pamphilj).
La leggenda circa la presunta rivalità fra il Bernini e il Borromini suggerisce che a due delle quattro statue dei fiumi Bernini abbia voluto concedere speciali tutele contro l’opera dell’avversario: al Nilo una benda sulla testa per sottrarsi all’infelice visione e al Rio della Plata una mano protesa per ripararsi dal forse imminente crollo della chiesa.
Ma la credenza è infondata, poiché la fontana fu realizzata prima della chiesa, mentre il Nilo ha la testa bendata perché al tempo non erano state ancora scoperte le sorgenti del fiume. La statua di Sant’Agnese sulla facciata della chiesa ha una postura che apre a più interpretazioni, fra le quali quella che la mano sul petto, insieme all’espressione del volto, sia segno di sconcerto.
Costruita in stile monumentale dalla famiglia Pamphili per volere di papa Innocenzo X (Giovanni Battista Pamphili) con la forma tipica di un antico stadio. Era lungo 265 metri, largo 106 e poteva ospitare 30.000 spettatori.
Usciamo dalla piazza per dirigerci in uno dei più antichi mercati romani Campo de’ fiori forse il più antico in assoluto della città dal momento che già nel 1869 Campo de’ Fiori era al centro del commercio delle “vignarole”, signore che venivano tutti i giorni dalla campagna con le loro erbe e i loro ortaggi e spesso le “capavano” (cioé pulivano) direttamente in piazza.
All’inizio della sua storia il mercato di Campo de’ Fiori era luogo di commercio quasi esclusivo di frutta e verdura, poi con il tempo si sono aggiunti i banchi della carne, dei fiori, del pesce. Sulla sua piazza si sono susseguiti personaggi straordinari a cui si sono ispirati Mario Bonnard, Federico Fellini, Tullio Pinelli nello scrivere insieme allo stesso Aldo Fabrizi, a guerra ancora in corso, la storia d’amore e bancarelle del pescivendolo Peppino (Fabrizi) e della fruttarola Elide (Anna Magnani), che tra competizione commerciale e feroci battute finiscono per innamorarsi.
Poco distante da Campo de’ Fiori sveleremo il segreto del modo di dire romano: “Cercà Maria pe’ Roma.” Ci troviamo al Passetto del Biscione un piccolo passaggio che ha oltre 2000 secoli di storia. In questo luogo in età romana si trovava il teatro di Pompeo e in età medievale vennero realizzate le chiese di Santa Barbara dei Librai e San Salvatore in Arco.
Proprio in quest’ultima chiesa che oggi è nota come Santa Maria in Grottapinta si trovava un’icona raffigurante la madonna della divina provvidenza, l’espressione Cercà Maria pe’ Roma si riferirebbe proprio alla difficoltà di trovare a Roma quell’icona di Maria.