Pedalando per le piste ciclabili di Roma – 7a puntata

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Pedalando per le piste ciclabili di Roma – il Vlog di Cristina Galardini

Non hai visto le puntate precedenti? No problem, ecco qui il link all’archivio

Dopo esserci rinfrescati al nasone come vengono affettuosamente chiamate le fontanelle pubbliche a Roma, iniziamo il nostro video racconto percorrendo la pista ciclabile Caracalla-Eur che parte da via di Porta Capena, alla nostra destra prima di incontrare le famose Terme di Caracalla costeggiamo lo stadio delle Terme di Caracalla.

venne inaugurato il 24 maggio 1939. I lavori furono iniziati nel periodo 1936/1937 nell’ambito dei lavori di ristrutturazione dell’area di Porta Capena per la costruzione del Ministero dell’Africa italiana e del posizionamento dell’obelisco di Axum. L’impianto venne intitolato a Vittorio Polacco.

Negli anni cinquanta lo stadio venne ristrutturato poiché durante i Giochi della XVII Olimpiade, svolti a Roma dal 25 agosto all’11 settembre 1960, la struttura fu utilizzata come sede di allenamento per gli atleti impegnati nell’evento.

Nel 2002 l’impianto venne nuovamente ristrutturato e fu intitolato al giornalista e telecronista Nando Martellini.

Le terme di Caracalla o antoniniane dal nome completo dell’imperatore Caracalla, appartenente alla dinastia dei Severi costituiscono uno dei più grandiosi esempi di terme imperiali a Roma, ancora conservate per gran parte della loro struttura e libere da edifici moderni. 

Secondo un’ipotesi criticata, la costruzione del complesso fu avviata nel 206 da Settimio Severo, capostipite della dinastia dei Severi sul Piccolo Aventino tra il 212 e il 216 DC in un’area adiacente al tratto iniziale della via Appia, circa 400 m al di fuori dell’antica porta Capena e poco a sud del venerato bosco delle Camene

le terme furono inaugurate nel 216 da suo figlio Caracalla, salito al trono nel 211, senza che i lavori fossero del tutto ultimati

Queste terme pubbliche furono le più imponenti mai edificate nell’Impero romano fino all’inaugurazione delle terme di Diocleziano (306). Servivano principalmente i residenti della III e XII regione augustea (tutta l’area compresa tra il Celio, l’Aventino e il Circo Massimo)

Nel 2016 il circuito museale delle terme di Caracalla, della tomba di Cecilia Metella e della villa dei Quintili è stato il ventiseiesimo sito statale italiano più visitato, con 268 449 visitatori e un introito lordo totale di 947 556,00 Euro

Avete mai spiato San Pietro dal buco di una serratura? Non è una follia è una delle tante curiosità che scoprirete venendo a visitare Roma, chiaramente non è un buco di serratura qualsiasi.

Per trovarlo dovrete salire sul Colle Aventino e vi posso garantire non è affatto una salita facile da percorrere, dove troverete alcune delle attrazioni più rinomate di Roma il Roseto comunale, Il giardino degli aranci le splendide chiese medievali e il buco della serratura del priorato dei cavalieri di Malta.

L’aspetto attuale è opera di Giovanni Battista Piranesi che lo restaurò nella seconda metà del ‘700 il cancello è inserito nella struttura della villa del Priorato di Malta che da sulla piazza dei Cavalieri di Malta sul Lungotevere Aventino.

La villa sorge sull’area che fu un monastero benedettino fondato nel 939 che passò ai Templari nel 12o secolo ma ai quali fu sottratto da Clemente V ed infine se ne impossessò nel 1400 Papa Paolo II che lo concesse al sovrano militare ordine di Malta.

Ora seguendo il muro neoclassico decorato da obelischi e trofei militari vi imbattere in una serratura senza chiave guardandoci dentro potrete vedere in prospettiva la cupola di San Pietro.

In fondo al viale del giardino incorniciata ad hoc da alcuni archi di vegetazione, un’atmosfera magica che incornicia una delle più magiche curiosità di Roma. Torniamo giù in direzione del Giardino degli Aranci è il nome con cui si indica parco Savello, un parco di Roma di circa 7.800 m², posto sul colle Aventino, nel rione Ripa, da cui si gode un’ottima visuale della città.

Il giardino, come si presenta attualmente, fu realizzato nel 1932 dall’architetto Raffaele De Vico, dopo che, con la nuova definizione urbanistica dell’Aventino, nell’area che i padri domenicani della vicina chiesa tenevano ad orto, era stato previsto di destinare a parco pubblico, in modo da offrire libero accesso alla vista da quel versante del colle, creando un nuovo belvedere romano, da aggiungere a quelli già esistenti del Pincio e del Gianicolo.

Non possiamo dimenticare la scena del film La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino che con magistrale metafora ci ricorda è talmente bella da poter morire nel guardarla.

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